RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Oltre il G8, la Città dei Diritti

Genova, 23 luglio 2008

L’EVENTO
Oltre il G8, la Città dei Diritti
Torna Manu Chao e Genova si candida a sede dell’Agenzia Ue

GENOVA. Sette anni fa, alla vigilia del G8 genovese, Manu Chao aveva tributato al popolo dei no global uno dei suoi più seguiti e caricati (politicamente) concerti. Sul grande piazzale della Fiera, dove dopo poche ore si sarebbero sistemati i vasti contingenti delle forze dell’ordine, diecimila giovani si erano illusi di poter manifestare il loro dissenso in modo pacifico. Evidentemente, anche per l’incapacità dei leader del movimento e per la cattiva gestione della piazza da parte delle autorità, non avevano messo in conto né l’irruzione di gruppi di violenti in tuta nera né degli abusi di chi era chiamato a garantire l’ordine.
Manu Chao torna a Genova, sabato.
E ha fatto un certo effetto, l’altra sera, leggere tra le testimonianze delle vittime della caserma di Bolzaneto le frasi attribuite ai poliziotti poi condannati in primo grado: «E ora chiamate Manu Chao gridavano mentre ci pestavano, si legge nei libri presentati a Palazzo Tursi «Chiamate lui a farvi difendere».
Ma in sette anni lo scenario è cambiato.
C’è stata la reazione civile di Genova, che nel 2002 scese in piazza senza bandiere e senza slogan per ricordare la zona rossa e la città blindata; ci sono state le indagini e le prime condanne; stemperate le polemiche e le divisioni politiche sono emerse in tutta evidenza le gravi responsabilità dei no global e dello Stato. La stessa formula del G8, a livello mondiale, è mutata.
La triangolazione si chiude in questi giorni e l’ha concretizzata il sindaco di Genova Marta Vincenzi: «Con le prime condanne si è chiusa una fase, il trauma è finito, il lutto è elaborato. Ora ripartiamo. Guardiamo al futuro e facciamo di Genova un punto di riferimento per i diritti». L’occasione è il sessantesimo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e Genova risponde candidandosi a diventare la sede dell’Agenzia europea per i diritti.
Ancora una volta il simbolo diventa Manu Chao, che nel 2001 rappresentò nell’immaginario collettivo da una parte il logo della protezione dei diritti messi in pericolo dalla globalizzazione e dall’altra l’effige della ribellione.
Dell’anarcoinsurrezionalismo.
Il cartellone “Genova città dei diritti”, che si conclude sabato, rappresenta una ripartenza. Senza «prosciugare la memoria», ma alzando lo sguardo: “Genova capitale dei diritti umani, che converte le sue ferite in progetto di impegno. Che non si chiude sulle commemorazioni del passato recente ma guarda a ciò che accade nel mondo e si fa interprete di una domanda crescente di diritti». Nando Dalla Chiesa, curatore dell’evento, cita un elenco di diritti negati arrivati al suo tavolo.E vede la triangolazione che dal 2001 porta al 2008 verso il domani: «Manu Chao qui è una coincidenza della storia, se vogliamo significativa. Genova parte dalle sue ferite con una proposta di impegno. Perché l’intera città è stata squassata da quei giorni».

GIOVANNI MARI